Gruppo del Sella

 

 

1928 - Luigi Micheluzzi con W. Rogers e P. Stockovich apre una bellissima via sulla parete Sud del Piz Ciavazes (Gruppo del Sella), poi chiamata via Piccola Micheluzzi.

 

1935 - Luigi Micheluzzi fu autore con Ettore Castiglioni, di una bellissima via sulla parete Sud del Piz Ciavazes (Gruppo del Sella), poi chiamata via Micheluzzi, caratterizzata da una lunga traversata orizzontale in piena parete (90 metri di traversata!), in un settore compreso tra due barriere strapiombanti.

 

1953 - Erich Abram aprì con F. Gombocz un itinerario di notevole impegno allo spigolo Sudest del Piz Ciavazes nel Gruppo di Sella.

 

1961 - Bepi De Francesch con Quinto Romanin, Emiliano Wuerich e Cesare Franceschetti aprono sul Piz Ciavazes (Gruppo del Sella) una via denominata “Italia 61”, superano un tetto di cinque metri a forza di fori artificiali, e naturalmente la valutazione è standardizzata: sesto grado artificiale.

 

1967 Pit Schubert e K. H. Matthies aprono al Passo Sella al Piz Ciavazer per la Parete Sud-Ovest una bella arrampicata in parete e diedro su roccia buona con difficoltà di VI° grado (Via Schubert).

 

1968 Reinhold Messner, ed il fratello Günther Messner aprono un’altra via. Questa volta si trovano sulla parete Nord della Seconda Torre di Sella. Essi salgono 350 metri di parete con 8 chiodi, e valutano i passaggi di +, ritenendoli più facili di altri passaggi superati altrove e valutati maggiormente.

 

1975 - Flavio Ghio sale la via Micheluzzi al Piz Ciavazes (Cengia dei Camosci 2500 m.) da solo in due ore e mezza.

 

1983M. Torretta e D. Zanesco aprono al Mur de Pisciadù Orientale (2530 m.) Sperone Nord-Est (Gruppo Sella) una via di 14 tiri per 400 metri, con difficoltà di IV° grado.

 

1984 – Al Mur de Pisciadù Orientale (2530 m.) parete Nord (Gruppo Sella), M. Torretta con E. Zanetti tracciano la via “Federica”. 14 tiri per 400 metri con difficoltà di IV° grado e un tiro di IV+/V-.

 

1990 – Molte “falesie” sorgono in Dolomiti, e non tutte con lo stesso stile. Un esempio: sul Gruppo del Sella, tra il Passo Sella ed il Passo Gardena, coesistono gruppi di arrampicatori che hanno approcci etici molto diversi tra loro nei confronti dell’arrampicata.

Alcuni fanno ascensioni di alta difficoltà con un uso limitato di mezzi, lasciando per così dire solo un segno dell’impresa compiuta; mentre altri sono più interessati a creare vie “classiche”, “popolari”, pur su difficoltà elevate.

Tra i primi bisogna ricordare Manfred Stuffer e Roland Mittersteiner, apritori di vie di 7b/7b+ con parco uso di chiodi e spit: «Avevamo una specie di gerarchia: prima si utilizzavano protezioni naturali (clessidre, friend, dadi…), poi, se necessario, si piantavano chiodi normali; se non si vedevano altre vie di scampo ci scappava anche qualche spit piantato a mano. L’unico che si rifiutava fermamente all’uso di spit era Roland Mittersteiner. Lui era disposto a fabbricarsi il friend numero 20 pur di non piantare un chiodo a pressione».

 

1990 – Sulla parete Nord della Torre Est delle Mëisules, Manfred Stuffer e Harold Schmalzl aggiungono una nuova via, Enes Da Mont, alle già belle vie esistenti. Un percorso di 110 metri con difficoltà massime fino al 6b+ ma con chiodatura rarefatta.

La fine degli Anni Ottanta e l’inizio degli Anni Novanta sono stati gli anni boom dello sviluppo della zona delle Mëisules e di Cansla.

Si è trattato di un’era nella quale è stata data una spinta di carattere tecnico ed “etico” all’alpinismo nel Gruppo del Sella. Sono state in effetti raggiunte alte difficoltà con l’uso limitato di protezioni.

Per Manfred Stuffer, Adam Demetz, Dieter Demetz, Gregor Demetz e Karl Vinatzer, era innanzitutto importante salire dal basso scegliendo la linea più bella (che non doveva però necessariamente essere la più facile). Era inoltre molto importante conoscere le altre linee già esistenti e non disturbarle. Cercarono di lasciare in parete il minor numero di ancoraggi possibile; era importante lasciare una traccia che indicasse la via ai ripetitori, non un’autostrada. Il rischio dava dunque, bisogna ammetterlo, una nota abbastanza forte alle loro ascensioni, il fattore “avventura” era importante per quel tipo di salite. Ed era proprio quest’ultimo fattore che creava una netta distinzione tra le vie a spit del “Traumpfeiler” (Pilastro dei Sogni). Queste ultime sono vie di carattere sportivo protette perfettamente a spit, chiodate dall’alto. Pur essendo anch’esse lunghe, l’etica per loro era diversa.

Manfred Stuffer ricorda che con i compagni partivano sempre con la minor quantità di materiale possibile: “meglio essere leggeri e scalare meglio…proteggendosi meno…”. “Si saliva un tiro di sesto o settimo grado con una sola protezione, perché tanto “non si sarebbe caduti”. Il rischio faceva parte del gioco, anche se spesso non volevamo rendercene conto. Ricorda che, quando ripeté la via Geo (200 metri fino al 6b con 5/6 chiodi di cui 4 di sosta), nel tiro chiave pensai: “la protezione qui è così scarsa che se cado mi faccio molto male…tanto vale che scalo slegato”; ed era con quell’idea che iniziai una lunga serie di ascensioni “Free solo”.

 

1993 - Manfred Stuffer ripete la via Enes Da Mont sulla parete Nord della Torre Est delle Mëisules e racconta: “Quando la aprii nel 1990, nella sosta dopo il tiro chiave, piantai un chiodo (che ritenevo buonissimo) e lo collegai con un buon friend. Quando Harold Schmalzl mi raggiunse nella sosta egli volle a tutti i costi piantare uno spit: “per i ripetitori”, disse. Io invece non lo volevo, perché avevo già fatto tutto il duro in modo “pulito”, sarebbe stato un peccato. Ma Harold Schmalzl riuscì a convincermi e dopo venti minuti di smartellamenti quella piastrina luccicava fiera dalla Torre del Mëisules. Quando tre anni dopo raggiunsi quella stessa sosta, mi attaccai a quel buonissimo chiodo e collegai l’ancoraggio allo spit. Quando feci il primo movimento per recuperare la corda, ping!, rimasi appeso allo spit, il quale mi salvò la vita”. (Manfred Stuffer).

 

1996Ivo Rabanser si mette in evidenza per la notevole mole di realizzazioni sul Gruppo del Sella. Sulle selvagge pareti sopra la Val de Mesdì, in due giorni consecutivi, supera il marcato spigolo Nord-Ovest della Torre del Boè, con Klaus Malsiner e Paolo Mazzoli: sono 550 metri con difficoltà massime di 6° grado.

 

1996Ivo Rabanser con Stefan Comploj, aprono sul diedro Nord del Campanile Basso de Mesdì (Gruppo del Sella), 270 metri con difficoltà di 5°+.

 

1996Ivo Rabanser sempre con Klaus Malsiner tracciano una via lungo il pilastro all’estremità sinistra della parete Sud del Sass dals Diesc, presso la conca del Vallòn (Gruppo del Sella). L’itinerario di 300 metri presenta passaggi di 6a+.

 

1996Luigi Dal Pozzo e Venturino De Bona sul Sass dals Diesc nella conca del Vallòn (Gruppo del Sella), risolvono le estreme placche della parete aprendo un itinerario di 300 metri con difficoltà che raggiungono il 7b+/7c. L’uso prevalente è di mezzi tradizionali, vengono infatti usati 4 soli spit contando quelli di sosta. La via è “Perpendicular”.

 

1999 – Al centro della parete Nord del Mur de Pisciadù (Gruppo del Sella) salgono gli spit della via Oro E Carbone aperta da Francesco Piardi e Francesco Tremolada. L’itinerario sale per 400 metri con difficoltà fino al 7a (6c obbligato). (Passaggio che non è affrontabile e superabile in artificiale o con l’uso di qualsiasi altro mezzo se non in arrampicata libera). Al fine di invogliare i potenziali scalatori interessati alle ripetizioni, sono stati aggiunti alcuni spit in fase di discesa, una pratica che non sembra in antitesi con l’etica dei moderni attrezzatori di vie.